ROMA -
Il Safer Internet Day 2011, istituito dalla Commissione europea e da Insafe, la rete europea per la sicurezza in Internet quest'anno, fissato all'8 febbraio, è accompagnato dallo slogan: "È più di un gioco, è la tua vita", una frase significativa perché, guardando al rapporto tra vita reale e vita virtuale, con particolare riferimento ai giochi on line, impone un'attenta considerazione della percezione del pericolo che sia i genitori sia i ragazzi hanno rispetto a quanto circola nel Web.
Un quadro interessante a tal proposito è offerto dallo studio condotto dal Movimento dei genitori, Moige, in collaborazione con l'azienda trend Micro che incrocia i dati relativi all'Internet vista da genitori e figli rispetto all'ottica della sicurezza. E così si scopre che mentre 9 ragazzi su 10 si incontrano regolarmente su Facebook, social network preferito, solo il 40% tra essi conosce le impostazioni per la privacy. Dall'altra parte, se per i genitori i rischi di pedofilia online generano ancora la preoccupazione maggiore, meno di 8 adulti su 100 utilizza il parental control per la sicurezza dei pc.
I numeri ci inducono quindi a considerare che la sensazione di pericolo dei genitori riguardo l'uso del web da parte dei minori è abbastanza relativa e scaturisce solo da eventi di cronaca o da informazioni provenienti da fonti autorevoli. E secondo lo studio del Moige prevarrebbe un "controllo ambientale generico", basato su una selezione di tempi e possibilità di utilizzo di Internet e su un generico ricorso al dialogo, nella quasi totale assenza di software specifici e funzioni di parental control. Entrano nello specifico dei dati si scopre che: 6 genitori su 10 (60%) si limitano a parlare genericamente dell'argomento con i propri figli, 4 su 10 (43%) navigano insieme a loro, dato che scende però al 28,1% se i figli hanno 15-16 anni, e solo 3 genitori su 10 (33,3%) condividono la scelta dei siti da visitare. E ancora, il 40% controlla periodicamente siti visitati e le attività online, mentre pochissimi, solo 8 genitori su 100 (7,8%), utilizzano le funzioni di parental control messe a disposizione dai software di sicurezza. Un dato, quest'ultimo, che purtroppo è anche tra le cause principali dell'alto tasso di computer - il 45% secondo le rilevazioni di Eurostat - che, almeno una volta, sono stati "infettati" da virus pericolosi in azione nella rete, almeno il 45%.
Di fronte a tale situazione scatta l'allarme perché, come spiega Elisabetta Scala, responsabile dell'Osservatorio Media del Moige: "I dati dimostrano ancora una volta la necessità di intervenire per tutelare concretamente i minori ed educarli a un uso corretto e responsabile della rete, sensibilizzando allo stesso tempo anche i genitori". Una maggiore consapevolezza sull'uso del web resta quindi un obiettivo primario da raggiungere, sottolinea Elisabetta Scala, investendo "nell'informazione e nella prevenzione dei rischi connessi alla navigazione in Internet, senza tuttavia dimenticare la necessità, in questo settore, di superare l'attuale e poco efficace sistema di autoregolamentazione, con una co-regolamentazione normativa".
Di Internet e delle sue potenzialità, sempre che si usi ‘'cum grano salis', è convinto anche Benedetto XVI che, in occasione di un incontro in cui è tornato a difendere il valore dell'insegnamento della religione, ha ribadito il proprio avviso circa l'importanza della rete sottolineando come: "Internet, per la capacità di superare le distanze e di mettere in contatto le persone - ha affermato il Papa - ha grandi possibilità anche per la Chiesa".
Ultima Modifica: 09 febbraio 2011, 09:58
Categoria: Hanno detto di noi... | Data di pubblicazione: 09/02/2011 |
Sottocategoria: Rassegna stampa | Data ultima modifica: 09/02/2011 |
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